Opere d’arte

ARTE DELLA MEMORIA

E’ possibile ricostruire il filo conduttore degli Istituti Educativi di Bergamo attraverso la provenienza di tutte le opere o l’identità di tutti i personaggi che sono stati in qualche modo protagonisti delle vicende di questa cospicua aggregazione.
Non si tratta solamente di dipinti, ma è il racconto delle modalità quotidiane con le quali un popolo, ha assunto il peso delle emergenze sociali e ne ha fatto una scelta culturale che poneva al centro i bisogni della società di quei secoli.

Tra gli artisti più celebri che hanno realizzato le opere di proprietà della Fondazione troviamo: Andrea Previtali che è presente nella raccolta degli istituti con un’immagine di Sigismondo, Andrea Mainardi, detto il Chiaveghino ha prodotto un’Annunciazione di rarefatta poesia, Gian Paolo Cavagna, con due solenni ancone della Vergine, ha dato espressione alla propria concezione estetica controriformata, alla pari di Francesco Zucco, Giacomo Cotta, Giovanni Raggi e Antonio Cifrondi hanno prestato ai temi della contemplazione e della devozione la forza di un linguaggio forte e suadente e Vincenzo Angelo Orelli quelli di una ritrattistica convincente e severa. La Collezione degli Istituti Educativi è ancora oggi testimonianza culturale.

GRUPPI TEMATICI:

Il patrimonio artistico della Fondazione è caratterizzato da 97 quadri e 8 statue, organizzate secondo cinque gruppi tematici:

  1. I RITRATTI: Si tratta di 25 opere, che vanno dalla metà del XVIII secolo, con il ritratto di sacerdote con scritto latino, al 1919 con il ritratto della famiglia Carminati. Dal 1872 si ha la conferma che tali opere venivano eseguite in occasione dell’accettazione dei lasciti contemplati nei testamenti dei vari benefattori. L’800 è il secolo più rappresentato nei ritratti, a partire dalla neoclassica raffigurazione di Giovanni Piazzoni, eseguita e firmata da Vincenzo Angelo Orelli nel 1806, dopo i due di autore ignoto, di Luigi Cavalli e di Giovanni Andreotti. A questi primi esemplari, fanno seguito ritratti databili tra il 1820 e il 1896. In questa serie sono individuabili come Giovanni Emanuelli, Giuseppe Piazzoni e Sigismondo Ghilardi, sia anonimi Benefattori rimasti senza una identità precisa. Per quanto riguarda altri possibili autori vi sono Giuseppe Diott, Giuseppe Gaudenzi, Giacomo Calegari, Federico Allieri, Alberto Maironi da Ponte, Irma Gandini, Romeo Bonomelli. Tutte queste raffigurazioni costituiscono la superstite testimonianza di personaggi che hanno partecipato alle vicende caritative e assistenziali del Conventino o delle Istituzioni di cui esso era stato erede.
  2. I SANTI: La serie delle rappresentazioni dei santi che guidavano e orientavano la diffusione delle devozioni più praticate dell’epoca: le sante come modelli pedagogici di un’esistenza intimamente meditativa (sant’ Anna e l’Educazione della Vergine, Santa Caterina da Siena, santa Teresa d’Avila) e, i santi come invito alla pratica di una spiritualità forte e intensa (san Carlo Borromeo, san Francesco, san Gerolamo, san Filippo Neri). In questo contesto spicca la rievocazione del Santo che più di altri fu protagonista in Bergamasca della nascita di ordini ed istituti d’accoglienza: san Girolamo Miani, presente nella raccolta con due immagini singole e con un’importante tela insieme a Cristo e alla Maddalena.
  3. Sezione laica: PITTURA DI GENERE E NATURA MORTA: Connessa con lasciti testamentari o con donazioni occasionali è la parte della raccolta che conserva dipinti decisamente estranei all’ambito sacro o all’uso liturgico. Si tratta di opere che confermano l’episodicità di quanto tutt’oggi ci è pervenuto e la casualità dell’aggregarsi dell’intera raccolta, opere che rinviano ad un collezionismo disperso. Si tratta di opere varie caratterizzate da nature morte, scene di battaglie appena concluse o ancora non ingaggiate dove animali, paesaggio, militari, inservienti partecipano ad un racconto quasi surreale, fatto di silenzi, di attese e di rarefatta sospensione temporale. Tanto potevano sembrare intercambiabili fra loro, in queste opere, temi sacri e temi profani.
  4. LE SCULTURE: Tra le sculture principali troviamo: due arcaici frammenti marmorei, testimonianza delle lontane dismissioni di antichi conventi da cui tutte le istituzioni caritative bergamasche trassero vita, un Angelo annunciante, una Madonna in trono con frate e devoto, e una statua con san Nicola da Tolentino. La statuaria più recente è quella che si riferisce ai monumenti funebri eretti per la famiglia Piazzoni.
  5. AFFRESCHI DI SANTO SPIRITO: Illustrazione dedicata al ciclo di affreschi provenienti dall’area dell’Ex conventino di Santo Spirito e attualmente collocati nei locali degli edifici in Santa Lucia. Costituiscono oggi una testimonianza che chiude la presente pubblicazione dedicata alla raccolta del patrimonio artistico degli Istituti Educativi, riconnettendola con le sue più remote giustificazioni storiche. Con questo nucleo di affreschi si ritorna nel pieno XVI sec. e si concorre a ricostruire, come filo conduttore, “una storia della carità” di Bergamo nel corso dei secoli.

La raccolta d’arte degli Istituti presenta dei prodotti artistici sui quali la critica ha potuto e può esercitare il proprio giudizio valutativo, senza dimenticare, che dentro ciascuna di queste opere si riesca a leggere anche la vicenda delle persone che le hanno commissionate, realizzate, collocate, e utilizzate.

Pubblicazione ``Ars et Caritas``

Per richiedere la pubblicazione ``Ars et Caritas``, dedicata alle opere della Fondazione, contattaci scrivendo a info@istitutieducativi.it